Per la rubrica "Ti ricordi di...?"questa settimana vi portiamo a Certosa, con una bella cartolina di Via Jori a inizio 900, quando era ancora una larga strada dove passavano i tram.
Certosa oggi forma un'unica area urbana insieme a Rivarolo e con i suoi 12975 abitanti è l'unità urbanistica più popolosa dell'intero quartiere. Prende il nome dalla Certosa di San Bartolomeo, complesso monastico fondato alla fine del Trecento da Bartolino Dinegro, ricostruito nel 1562 e restaurato nell’Ottocento, che comprende la chiesa di S. Bartolomeo e un grandioso chiostro cinquecentesco con porticato.
A Certosa sbocca la galleria, lunga 1750 m, inaugurata nel 1908, già percorsa dai tram elettrici ed ora dalla metropolitana di Genova, che provenendo dal centro ha qui il suo capolinea periferico. Il quartiere è percorso da due strade principali, che costituiscono il collegamento tra Sampierdarena e l’entroterra ricalcando il percorso dell’antica via fatta costruire dal Doge G.B. Cambiaso nel 1773. Queste due strade (Via M.T. Canepari e Via G. Jori), come tante altre nel ponente genovese, sono oggi intitolate a giovani partigiani che caddero durante la guerra di liberazione, tra settembre 1943 e aprile 1945.
Ai primi dell'Ottocento, con la costituzione del comune di Rivarolo, Certosa ne divenne una delle più importanti frazioni, seguendone lo sviluppo industriale, demografico ed urbanistico.All'inizio del Novecento furono tracciate le vie d'accesso ai nuovi insediamenti residenziali collinari e su parte dei terreni già appartenuti alla famiglia Dinegro (corrispondenti all'attuale via B. Brin) furono costruiti il nuovo edificio scolastico ed aperta (1908) la galleria tranviaria che collegava il quartiere con il centro cittadino, oggi percorsa dalla metropolitana
Sempre nel primo decennio del Novecento ai piedi della collina della Certosa fu aperta la via Canepari (all'epoca intitolata ad A. Manzoni), sulla quale si affacciavano i nuovi caseggiati costruiti a valle della massicciata ferroviaria della linea di collegamento tra il parco merci del Campasso e la ferrovia Genova-Torino.
Negli anni venti fu costruito il Teatro Ligure, destinato ad ospitare sia spettacoli teatrali che cinematografici. Il grande teatro, con due ordini di gallerie più il “loggione”, divenne il centro culturale del quartiere fino agli anni sessanta, quando fu demolito per costruirvi un moderno caseggiato, in cui trovarono spazio uno dei primi supermercati del quartiere ed una piccola sala cinematografica, oggi trasformata nella filiale di un istituto di credito. Negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale si è assistito ad una forte espansione urbanistica verso le aree collinari, che ha riguardato la collina della Pigna, alle spalle del Borghetto (la zona è chiamata anche "Bersaglio" per la presenza di un poligono di tiro a segno, funzionante dalla metà dell'Ottocento fino al 1962, quando fu demolito per la costruzione del nuovo viadotto autostradale della A7) e quella sovrastante il complesso monastico della Certosa, dove sorgeva la neoclassica “Villa Rina”, popolarmente chiamata “casa degli spiriti”, per una diceria riguardante i rumori che ne provenivano in assenza dei proprietari e che ormai ridotta ad un rudere fu demolita per far posto all’espansione edilizia negli anni settanta del Novecento.
(Fonte del testo: Wikipedia)